Descrizione
“Compassion “: una parola facile, internazionale, quasi un’esplosione d’ amore seguita da un eco sussurrato; un termine che è diventato parola chiave dell’ultima produzione di Albino Montisci e della sua attuale attività concertistica, il tour “Amore senza confine”: un gesto di affetto nei confronti dei bambini del terzo mondo e di chi – Compassion, appunto – li aiuta organizzando adozioni affettive a distanza, per dare loro un sostentamento, un’istruzione professionale e una base di valori cristiani su cui costruire la propria vita.
Un grido di speranza che è risuonato molte volte, nello scorso maggio, nelle sale da concerto di tutta Italia, dove Albino Montisci ha cantato e suonato senza tregua, invitato dalle chiese evangeliche delle varie località. Un appuntamento che restituisce Montisci alle platee italiane, a lungo digiune di esibizioni live da parte dell’artista (che ormai da tempo ha trovato una “seconda patria” in Svizzera) e che ha avuto la doppia valenza di momento musicale e di veicolo promozionale per le attività di Compassion Italia. Nel programma brani dell’ultimo album, ovviamente, ma anche momenti tratti dal precedente cd, “Semplicemente lode”, che dopo un inizio vivace conducono i presenti verso un momento più intimo, dove le voci di Montisci e dei suoi validi coristi si uniscono a quelle del pubblico sulle strofe semplici e ricorsive di “Danza cuore mio”. Montisci, ormai approdato a un solido pop, non manca di dare quelle suggestioni folk di sapore medioevale, marchio di fabbrica della sua prima produzione; a queste si aggiungono arrangiamenti più squisitamente meditativi, dove la chitarra classica dell’artista ben si incontra con i discreti tappeti sonori proposti dal sintetizzatore: momento clou della serata, il duetto mozzafiato tra chitarre, quasi una sfida su giri spagnoleggianti tra Montisci e il talentuoso Ezio Cauda.
Anche i tre vocalist -, il toscano Giorgio Ammirabile e la milanese Sara Taccardi – trovano spazio per mettere a frutto le loro capacità: Paola Di Genio di Torino, con la sua voce “scura” e calda, Sara Taccardi (milanese, “prestito” dei Gospel Sound) con le sue variazioni gospel, e Giorgio Ammirabile, diviso tra tentazioni rap (un genere che peraltro gli si attaglia) e valorizzazioni soul. Due ore e venti di spettacolo che tutte le platee hanno dimostrato di apprezzare, e che hanno contribuito a sensibilizzare i presenti sul tema delle adozioni a distanza: non pochi, al termine dei concerti, si sono fermati allo stand di Compassion, per portarsi virtualmente a casa un bambino del sud del mondo. Perché la musica cristiana, se è Dio a guidarla, può fare anche questo.
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